Finalmente giunge il giorno dell’anniversario della vittoria della Resistenza nella Guerra di Liberazione dal fascismo italiano e da quello tedesco: ora anche il Presidente del Consiglio dei Ministri non potrà esimersi dal prendere posizione.
Ed in effetti lo fa, con il messaggio su una nota rete sociale che è possibile leggere qui sopra: il giorno dopo il fogliaccio telematico di riferimento della cricca attualmente al potere – il famigerato Secolo d’Italia – non perde occasione per fare la solita figura da completi incapaci.
Il titolo di apertura del pezzo, firmato da Riccardo Angelini, è «25 aprile, i pro-Pal macchiano la ricorrenza. Meloni ribadisce l’avversione ai regimi totalitari e al fascismo», ma nei fatti il capo del Governo non ha scritto ciò.
La parte del post, dedicata al passato che non passa, recita: «nel giorno in cui l’Italia celebra la Liberazione, che con la fine del fascismo pose le basi per il ritorno della democrazia, ribadiamo la nostra avversione a tutti i regimi totalitari e autoritari. Quelli di ieri, che hanno oppresso i popoli in Europa e nel mondo. E quelli di oggi, che siamo determinati a contrastare con impegno e coraggio».
Ci domandiamo, e chiediamo a chi con tanta sicumera rilancia le parole di Giorgia Meloni come se avesse preso le distanze dal regime mussoliniano e da coloro che portarono avanti i suoi dis-valori, dove esattamente si prendono le distanze dalla dittatura.
Il fatto di dchiarare concluso il Ventennio non è certamente un’abiura dello stesso, ma una semplicissima ovvietà: se avesse voluto prendere davvero le distanze dal sistema fascista, avrebbe dovuto esprimersi a chiare lettere; finché resterà ambigua, sarà sempre additabile come moderno fascista.
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