Il sito internet di Rifondazione riporta, datato venerdì diciannove aprile, un commento anonimo alla presa di posizione della lista “Pace Terra Dignità” a riguardo delle parole importanti pronunciate dall’in-Fausto Bertinotti in merito alla necessità della presenza sulla scheda di un’opzione pacifista: nella foga di mostrarsi come un’entità utile, la dirigenza rifondarola scrive: «noi ci siamo ad aprire, come abbiamo detto sin dall’inizio, un confronto con quella liste coerenti con la pace come priorità e precondizione per qualsiasi politica sociale, ambientale e dei diritti»; questo è ciò che vogliono far credere, ma la realtà urla un’altra cosa: in Piemonte, dove negli stessi giorni – otto e nove giugno prossimi – si vota anche per le regionali, la propria ostinazione nel pretendere che si faccia come vogliono loro ha impedito la nascita di una coalizione di questo genere.
Pochi gioni fa, parlando al telefono con Dario Ortolano, il segretario regionale del Partito Comunista Italiano, siamo venuti a conoscenza del fatto che l’aborto di una lista comune, e la conseguente . per evidenti problemi organizzativi che impediscono la raccolta delle firme per poter comparire tra i concorrenti – sparizione dalla scheda di qualunque simbolo della “sinistra alternativa”, è dovuta al fatto che la dirigenza di via Brindisi 14/C ha rifiutato la proposta, espressa dal resto degli interessati, di comporre il comune logo in modo che siano ben visibili quelli utilizzati da ciascuna formazione; come al solito, Rifondazione dichiara di lavorare per l’unità della sinistra, ma si vergogna di esporre i propri simboli: evidentemente la falcemartello per lorsignori è uno spiacevole impiccio del quale far vedere di essere orgogliosi, ma in campagna elettorale occorre accantonarli.