meglio sciogliere tutto, e ripartire da zero

L’edizione telematica di mercoledì diciassette novembre del quotidiano il manifesto contiene, all’interno della rubrica “commenti”, uno scritto di tale Giuseppe Ippolito Armino detto Pino – di cui si sa solo che è un ingegnere e giornalista – sul tema del futuro della “sinistra” italiana.

Giuseppe Ippolito Armino – curriculum vitae – CIRCOLO "A. ARMINO"

Il pezzo risulta di per sé interessante: peccato che la sua parte finale scivoli verso una conclusione con la quale non è possibile concordare, non fosse altro per il palese rovesciamento della prospettiva politica di chi sostiene di appartenere a quell’area.

Dopo aver in qualche modo elogiato i tentativi di riunione in una sola entità – Sel (2009), Alba (2012), e L’Altra Europa per Tsipras (2014) – delle varie formazioni situate a sinistra del Partito Democratico, da lui giustamente definito “centrista”, giunge ad una “strana” conclusione.

Secondo quanto sostiene costui, sarebbe «oramai chiaro che sarebbe di gran lunga preferibile una rappresentanza minoritaria all’interno di un grande partito che non una nebulosa di minuscoli, invisibili frammenti».

Tutto questo purché si verifichino le condizioni «minime perché la battaglia politica interna possa liberamente svilupparsi, dalla regolarità della convocazione delle assemblee alla trasparenza degli atti, dalla scalabilità effettiva delle posizioni di vertice alla libera partecipazione e espressione delle idee».

Davvero si fatica a pensare che l’attuale dirigenza del partito con sede a Roma nell’ex convento di via Sant’Andrea delle Fratte 16, dopo aver da sempre negato la possibilità di svilupparsi come sopra auspicato, possa improvvisamente cambiare totalmente idea.

In questo senso, a noi sembrerebbe assai più logico che si arrivasse ad uno scioglimento delle varie formazioni della “sinistra” riformista per poi procedere, successivamente, alla nascita di un soggetto di ispirazione socialista che non parta con qualcuno che si autoproclami “maggioranza”, ed in forza di questo pretenda di fare ciò che meglio crede.

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