qualche salutare pedata

Sabato cinque ottobre il Partito Comunista organizza una manifestazione a Roma, in piazza Santi Apostoli; le motivazioni della giornata sono essenzialmente due: l’opposizione al «governo giallo-ravanello» e la giornata dello «orgoglio comunista».

Sono svariati i video che i militanti della formazione guidata da Marco Rizzo pubblicano sulle reti sociali: da questi si può chiaramente vedere che gli organizzatori non sono gli unici partecipanti a questo appuntamento.

Sono ben visibili sia le bandiere del Partito Marxista Leninista Italiano sia quelle del Partito dei Comitati di Appoggio alla Resistenza-per il Comunismo: due presenze ingombranti, ma che permettono di rimpinguare il numero degli astanti.

Il fatto che i carchini siano della partita risulta in qualche modo scontato: nei giorni precedenti avevano dato la propria adesione; meno normale è l’eclettismo che li permea, e li porta a sostenere i reazionari del Movimento 5 Stelle, ma pazienza.

Tutt’altro discorso deve intendersi per gli accoliti di Giovanni Scuderi; non per chissà quali motivazioni, ma perché si tratta di una sorpresa: sino a tre giorni prima, non si sarebbe mai detto che avrebbero deciso di scendere in piazza.

A proposito di un’intervista rilasciata dall’ex europarlamentare torinese alla stampa cinese, i sedicenti maoisti – nella realtà un gruppo essenzialmente folkloristico con posizioni assai discutibili – scrivono un documento durissimo.

Il titolo del comunicato, rintracciabile sul loro sito nazionale, è: «Rizzo accredita il socialimperialismo cinese», mentre il catenaccio si esprime così: «Un altro inganno dell’opportunista segretario generale del PC»; il finale dell’articolo poi è perentorio.

«In parole povere Rizzo cerca di contrabbandare, dietro un pretenzioso quanto irrealistico potere di influenzare un progetto di portata mondiale e che obbedisce solo alle leggi dell’imperialismo e del profitto, la ben più prosaica e miserabile richiesta di un riconoscimento politico internazionale per il suo partito revisionista e trotzkista e per la sua figura di leader immaginario del proletariato italiano».

Queste parole non sembrano affatto di apprezzamento per il Partito Comunista; ci si domanda con quale coraggio questi “signori” si presentano poi nella stessa piazza, ad un’adunata da costoro organizzata: crediamo che qualche pedata sarebbe stata salutare.

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