riceviamo dal partito comunista italiano marxista-leninista e volentieri pubblichiamo

A NOVEMBRE PROSSIMO A ISCHIA IL 4° CONGRESSO

NAZIONALE DEL P.C.I.M-L., LA CELEBRAZIONE DEI 100

ANNI DALLA GLORIOSA RIVOLUZIONE D’OTTOBRE E

COMMEMORAZIONE DEI 64 DALLA MORTE  DI STALIN!

 

SOLO  CON  LA  RIVOLUZIONE  PROLETARIA  SOCIALISTA  IL  PIANETA

POTRA’ USCIRE   DALL’ATTUALE   DISORDINE   MORALE   E    SOCIALE!

IMPARIAMO  DALL’OTTOBRE 1917  E  DALL’OPERA  E  VITA  DI STALIN!

PROLETARI  DEL  BRACCIO  E  DELLA  MENTE, TRASFORMIAMO  IN  UN

FERMENTO RIVOLUZIONARIO IL CENTENARIO DEL GRANDE OTTOBRE!

 

di Domenico Savio*

 

Lavoratori del braccio e dell’intelletto sfruttati e affamati da un padrone qualsiasi pubblico o privato che sia, sul nostro pianeta l’esistenza del genere umano, e anche quella delle specie inferiori, è diventata una bolgia infernale, persino peggiore che nel passato e di questo passo presto il risultato non potrà che essere la rovina inevitabile per ogni cosa vivente, a meno che non cambi e presto il governo politico, economico e sociale della nostra Terra. Domina un caos generalizzato, dove un gruppo di ladri capitalisti e imperialisti, legalizzato e autorizzato a tale infamia dal proprio sistema di potere politico, legislativo e giudiziario di natura borghese e religiosa, possiede la quasi totalità della ricchezza prodotta dalle masse lavoratrici e popolari dei vari paesi e opera per accentrarla e incrementarla sempre di più con l’accumulo di nuovi profitti attraverso il barbaro sfruttamento del lavoro altrui, non curante delle tragedie sociali che tale ladrocinio produce e colpisce brutalmente i popoli e le classi sociali sottoposte al loro dominio.

Questa che viviamo continua a essere l’epoca del capitalismo sviluppatasi in centri di potere imperialistici mondiali, – oggi i più forti e agguerriti sono quelli nord americano, europeo, cinese e giapponese – e nella cosiddetta globalizzazione della produzione e dei mercati, dove il lavoro proletario per molti aspetti è ritornato ad essere di natura schiavistica e dove i popoli sono letteralmente rapinati della propria ricchezza naturale e sociale a livello non solo nazionale ma prevalentemente mondiale, perché oramai unico è il centro di potere imperialistico che sovrasta e opprime l’intero pianeta.

Tale ordine mondiale imperialistico – che per continuare a mantenere il dominio sul pianeta si serve  del fedele sostegno dei governi borghesi e  dell’oscurantismo religioso e utilizza il gigantesco potere imbonitore delle masse popolari attraverso il possesso e l’utilizzo dei mezzi di informazione, di formazione dell’opinione pubblica e della coscienza collettiva, di controllo delle comunicazioni tra le persone giungendo ad eliminare qualsiasi forma di riservatezza nelle conversazioni – è responsabile dello stato perenne di guerre di aggressione, di assassinio, di sterminio di massa, di sottomissione con governi fantoccio, di sfruttamento del lavoro proletario, di rapina  della ricchezza prodotta e dei beni naturali dei popoli schiavizzati in tante parti del pianeta e negli ultimi decenni in modo particolare nel Medio Oriente, in Africa e in America Latina.

E’ l’imperialismo di quella esigua minoranza di tiranni possidenti della ricchezza del mondo, banchieri, finanzieri, mercanti di beni e monete, che genera disoccupazione, miseria, malattie, epidemie, guerre economiche e di potere, inquinamento alimentare e ambientale, migrazione di popoli, assassinii nelle traversate migratorie del Mediterraneo, tragedie naturali, disperazione esistenziale e barbarie dell’umanità. Questa è ancora l’epoca dell’imperialismo, ma, purtroppo, non è ancora la ripresa dell’epoca dell’auspicato stravolgimento rivoluzionario proletario per seppellire la tragedia del capitalismo e dell’imperialismo e sulle sue macerie costruire la nuova, civile e superiore società socialista.

Le condizioni oggettive per un tale cambiamento esistono tutte a livello nazionale e internazionale, però mancano ancora quelle soggettive di uomini e donne lavoratrici sfruttati e umiliati nella loro esistenza. Quando i lavoratori con lo studio dei testi della dottrina comunista acquisiranno la coscienza di classe di poter e dover lottare per la loro emancipazione sociale militando e lottando nel proprio Partito di classe e rivoluzionario, che promuoverà, guiderà e condurrà alla vittoria la Rivoluzione socialista, allora per i ladri sfruttatori di oggi sarà finita e spunterà il giorno della giustizia e dell’uguaglianza tra tutte le persone che vivono sul nostro satellite, sarà l’epoca nuova e superiore prima del socialismo e poi del comunismo.

Ai coerenti comunisti, marxisti-leninisti, tocca il compito impellente di elevare la coscienza di classe delle masse proletarie per riavviare e vincere, dopo la sconfitta provvisoria del socialismo realizzato nel secolo scorso, lo scontro rivoluzionario per cambiare il disumano mondo attuale. Con la conquista del socialismo daremo il potere alla classe lavoratrice operaia e intellettiva, libereremo il lavoro dallo sfruttamento e, di conseguenza, lo garantiremo a tutti gli esseri viventi sulla Terra, elimineremo lo spreco della ricchezza che avviene nei bordelli della borghesia capitalistica. Quest’anno ricorre il centesimo anniversario del trionfo della gloriosa Rivoluzione proletaria socialista in Russia del 7 novembre 1917, guidata da due massimi dirigenti del proletariato nazionale e internazionale Lenin e Stalin.

Rivoluzione che conquistò il potere politico, economico e sociale alla classe lavoratrice, che nazionalizzò la terra degli agrari sanguisughe assegnandola gratuitamente ai contadini, che instaurò il potere proletario contro quello padronale precedente, che fondò l’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche, che realizzò la collettivizzazione dell’economia quasi al 100% e che diede il maggiore contributo per la sconfitta del nazismo e del fascismo in Europa. Fu la prima conquista nella storia del potere proletario, che, sciaguratamente, è stato sconfitto col prevalere nel partito e nello stato delle forze revisioniste e opportuniste di formazione e foraggiamento borghese e asservite alla sopravvivenza del dannato sistema capitalistico e alla sua espansione imperialistica. Una sconfitta che oggi deve esserci di insegnamento nella formazione delle alleanze politiche e di lotta della classe lavoratrice, nell’educazione di classe e rivoluzionaria delle masse, nella preparazione della rivoluzione proletaria socialista e nella costruzione delle future società socialiste, dove bisognerà tenere sempre in evidenza il pericolo letale del revisionismo, dell’opportunismo borghese e sindacale, del movimentismo, dell’estremismo e dell’avventurismo di classe.

Scriviamo queste poche righe in occasione del 64° anniversario della morte del compagno Stalin, ma pensando, programmando e preparando la ricorrenza del centesimo anniversario della gloriosa Rivoluzione d’Ottobre, anche in riferimento alla riunione di domenica 5 marzo 2017 a Roma organizzata dal Comitato Nazionale di Unità Marxista-Leninista (CONUML) per verificare la possibilità di una celebrazione unitaria delle coerenti forze marxiste-leniniste e della classe operaia rivoluzionaria esistenti in Italia e impegnate con noi per la conquista del potere politico e del socialismo. Il Partito Comunista Italiano Marxista-Leninista (P.C.I.M-L.) celebrerà anche in proprio tale straordinario avvenimento in occasione dello svolgimento del suo quarto congresso nazionale, previsto per il prossimo mese di novembre a Ischia con una spesa alberghiera accessibile di bassa stagione per le compagne e i compagni provenienti dalla terraferma.

La forza dirompente – liberatrice di energie sociali nuove capaci di demolire l’ormai morente sistema capitalistico e sollevatrice delle masse lavoratrici e popolari espropriate del godimento della propria esistenza e sino ad oggi sacrificate al rito quotidiano infame e schiavistico del profitto padronale – del Grande ed Esaltante Ottobre russo di un secolo fa sta nella potenza impressionante della sua estrema attualità, in quanto le condizioni di vita della quasi totalità degli uomini e delle donne che vivono in vaste aree del pianeta, compreso quelle del mondo industrializzato e sviluppato, sono peggiori di quelle di allora e magistralmente già descritte dal compagno Engels nel suo capolavoro “La situazione della classe operaia in Inghilterra” nel 1845.

I coerenti comunisti e la classe operaia emancipata devono vigilare e agire affinché le forze politiche e culturali borghesi, revisioniste e opportuniste non utilizzino la ricorrenza del Grande Ottobre per snaturarla, calunniarla e presentarla alle masse come foriera di conseguenze negative, così come hanno fatto sino a questo momento riuscendo a dissuadere la classe lavoratrice dal compiere la propria Rivoluzione socialista garantendo, così, la sopravvivenza dello sfruttamento e del dominio capitalistico e imperialistico sul mondo. Dobbiamo essere capaci di rintuzzare e demolire sul nascere tali infami tentativi, coscienti come siamo che senza rivoluzione proletaria socialista il vecchio e decrepito mondo non può cambiare. Le varie forme di governi socialdemocratici, il democraticismo partitico borghese dei giorni nostri, le false sinistre che nascono, e muoiono, dallo sfaldamento del blocco sociale della borghesia, i vari movimenti multicolori nazionali e internazionali, il grillismo italiano, il movimentismo di De Magistris a Napoli o l’estremismo di taluni fronti di lotta non vivono per demolire il mostro del capitalismo, bensì per puntellarlo.

Le condizioni di vita delle masse lavoratrici e popolari italiane sono drammatiche, ma vengono vissute, in genere, con silenziosa dignità o, purtroppo, con colpevole e irresponsabile rassegnazione rinunciando all’organizzazione di classe, alla mobilitazione e alla lotta per il riscatto sociale. Siamo schiavi di una dittatura politica e istituzionale che definire di natura fascista è poco, alternativamente di centrodestra, centro e centrosinistra, che è espressione e garante degli interessi spregevoli della ricca borghesia industriale, bancaria, finanziaria e mercantile nazionale ed estera.

Un potere dittatoriale che si è insediato stabilmente al potere e vi rimane saldamente attraverso riforme sociali antipopolari e persino anticostituzionali e con leggi elettorali maggioritarie di stampo mussoliniano, che impongono, contro la sovranità e volontà popolare, lo sbarramento elettorale, cioè l’impedimento legislativo di accesso in parlamento delle minoranze, il premio di maggioranza sino al 14% dei deputati assegnati e il tentativo di portare in parlamento deputati non eletti dal popolo, ma semplicemente nominati dai partiti che occupano il potere. Senza parlare dello stravolgimento legislativo della Costituzione borghese antifascista del 1948 – responsabile, secondo i nuovi dittatori, di prevedere due camere legislative per un democratico e reciproco controllo del processo legislativo – e della manovra referendaria per confermarlo. Per fortuna il popolo italiano ha sonoramente bocciato questo tentativo autoritario.

Le regole della democrazia e il rispetto della volontà popolare espressi dal popolo italiano col voto referendario del 4 dicembre 2016 rivendicavano a gran voce le dimissioni immediate del governo e del parlamento – che tale stravolgimento costituzionale avevano orchestrato per insediare in Italia un potere con meno vincoli di democrazia per rispondere meglio e più celermente alle richieste di affari dei centri di potere economico capitalistici e imperialistici nazionali ed europei – e il ritorno alle urne. Al contrario, la risposta delle forze politiche borghesi, clericali e capitalistiche che attualmente occupano il potere in Italia, cioè il centrosinistra, formato dal partito democratico e dai gruppi fuoriusciti dal centrodestra berlusconiano, ci hanno imposto, col consenso e la responsabilità del presidente della Repubblica, il quarto governo non eletto dal popolo a partire dal 2011 (Mario Monti) e il terzo dalle ultime elezioni politiche del 2013 (Gianni Letta, Matteo Renzi e Paolo Gentiloni). E dimostrateci che questa non è una delle peggiori dittature, repressive della sovranità popolare.

Appena dopo l’imposizione del quarto governo antipopolare, che succedeva alla sconfessione referendaria del governo e del parlamento borghesi in carica, nel paese avrebbe dovuto esserci una gigantesca mobilitazione e protesta di piazza per mandare a casa tutti coloro che avevano tentato di modificare la Costituzione per insediare in Italia governi più autoritari con meno contropoteri di controllo e di bilanciamento democratico dell’esercizio legislativo e delle attività istituzionali. Ma così non è stato, perché tutti i partiti parlamentari e i sindacati borghesi e capitalistici non si sono mossi per non danneggiare l’immagine e gli interessi politici delle forze che occupano il potere governativo e parlamentare.

Organizzazione della protesta a livello nazionale che, sfortunatamente, neppure il P.C.I.M-L. ha potuto fare, perché non ancora sufficientemente presente e organizzato in tutte le regioni e province italiane. L’esigenza e l’urgenza storica della crescita del nostro Partito di classe e rivoluzionario sollecita i coerenti comunisti e l’avanguardia della classe operaia industriale, agricola e dei servizi a iscriversi, militare attivamente, aprire cellule nei luoghi di lavoro e sezioni territoriali per disporre presto di una forte organizzazione per la mobilitazione e la lotta dell’intero proletariato italiano.

Un forte P.C.I.M-L. – coi suoi granitici principi di classe e rivoluzionari marxisti-leninisti, la sua indiscutibile fermezza nel perseguire l’obiettivo del trionfo della rivoluzione socialista e della costruzione del socialismo e i suoi convincimenti marxisti-leninisti che solo con la rivoluzione  proletaria socialista la classe lavoratrice operaia e intellettiva può sconfiggere il capitalismo e costruire il socialismo – potrebbe anche utilizzare tatticamente la partecipazione alle elezioni politiche nazionali per accrescere i consensi popolari verso la lotta per il socialismo, per portare la lotta di classe finanche nelle istituzioni borghesi per utilizzarle come megafono della prospettiva socialista e luogo di scontro ideale e politico per favorire sin da subito il miglioramento delle condizioni di vita delle famiglie lavoratrici. Dunque, basta parole inconcludenti, lamentele prive di militanza attiva e protesta individuale condannata a non essere ascoltata e sconfitta, occorre passare all’impegno militante per un forte P.C.I.M-L. e una nuova organizzazione sindacale fedelmente di classe e rivoluzionaria, che sul terremo della lotta sindacale affianchi il Partito della Rivoluzione proletaria e del socialismo.

La Rivoluzione proletaria socialista per vincere e costruire la sua nuova società ha bisogno del Partito dell’avanguardia della classe operaia, della militanza delle forze migliori della sollevazione rivoluzionaria e del sostegno delle vaste masse lavoratrici e popolari. Con orgoglio noi riteniamo che in Italia il P.C.I.M-L. – dopo la scellerata trasformazione revisionista del glorioso PCd’I nel 1944 da parte del nuovo gruppo dirigente togliattiano revisionista, riformista e opportunista – possa svolgere tale compito storico possedendo la forza della coerenza di classe e rivoluzionaria del marxismo-leninismo e i convincimenti del pensiero e l’opera dei nostri grandi Maestri del proletariato internazionale Marx, Engels, Lenin e Stalin. Siamo anche coscienti che alla rivoluzione non si gioca e che essa va promossa solo quando vi sono le condizioni della vittoria.

Senza ripartire dall’opera del Partito Comunista bolscevico e dal ruolo determinante svolto da Stalin nella costruzione della grande Unione Sovietica nessuna Rivoluzione proletaria socialista è possibile e nessuna nuova e superiore società socialista può essere costruita e può avanzare sino all’edificazione di quella comunista. Ecco perché noi sosteniamo che la celebrazione del centenario della Rivoluzione d’Ottobre e la sua attualizzazione per essere tali e per apportare un contributo concreto alla preparazione delle prossime rivoluzioni proletarie socialiste che si avranno nel mondo devono avvenire unicamente nella fedeltà ideologica, politica, strategica e tattica ai principi del marxismo-leninismo, all’esperienza del bolscevismo e alla Rivoluzione russa del 1917.

E’ con questi convincimenti ideologici, materialistici, politici, strategici e tattici che il P.C.I.M-L. ha già iniziato a celebrare il primo centenario di quel grandioso evento che avviò la trasformazione radicale del mondo conosciuto sino a quel momento e lo farà in modo particolare sino al suo quarto congresso di novembre prossimo. Per tale importante avvenimento chiediamo alle sincere forze marxiste-leniniste esistenti in Italia, all’avanguardia della classe operaia e degli altri lavoratori sfruttati di contattarci per organizzare la loro partecipazione al nostro congresso portandovi un prezioso contributo di idee e di proposte per mettere in modo e spingere in avanti il processo rivoluzionario proletario e socialista nel nostro paese per conquistare il potere politico, economico e sociale alla classe lavoratrice operaia e intellettiva. A tal fine è imminente la pubblicazione delle Tesi che saranno oggetto di confronto e di arricchimento tra tutti i militanti iscritti o che si iscriveranno nei prossimi mesi.

Sarà un congresso per la Rivoluzione proletaria socialista in Italia, considerata la sua pregnante attualità per liberare il paese dalla canaglia capitalistica e imperialistica, per liberare il lavoro dallo sfruttamento e garantirlo a tutti, donne e uomini uguali, con un salario o stipendio dignitoso, per svuotare le istituzioni dalla corruzione politica ed economica, come avvenne nel 1917 con la cacciata del governo capitalistico dal palazzo d’Inverno a Leningrado, per seppellire la politica padronale dell’infame clientelismo, favoritismo, elettoralismo e nepotismo, per affidare concretamente la sovranità al popolo lavoratore, per liberarci dalle catene dello sfruttamento imperialistico europeo – a partire dall’uscita dell’Italia dall’Euro e dal mettere fine al riconoscimento del famigerato debito pubblico, che serve solo a traghettare ricchezza quotidiana dalle masse popolari ai forzieri delle sanguisughe capitalistiche e imperialistiche -, per uscire dalla Nato guerrafondaia, che è al servizio degli interessi dell’imperialismo americano ed europeo, per garantire a ogni Italiano il diritto integrale all’assistenza sanitaria, all’istruzione sino ai massimi livelli, al trasporto pubblico a prezzo popolare, alla casa e ad una pensione soddisfacente erogata non in prossimità della morte, per fare della maternità un problema sociale liberando le donne dalla schiavitù familiare,  per contribuire a costruire un mondo di pace e senza più guerre di aggressione, di occupazione, di sottomissione e di sfruttamento dei popoli, eccetera.

Questo è il percorso unico e possibile che indichiamo ai lavoratori italiani per passare dallo sfruttamento e dalla schiavitù padronale al protagonismo proletario nei luoghi di lavoro e nella società, per affermare la democrazia socialista delle donne e degli uomini tutti liberi e protagonisti della propria esistenza, per costruirci un contesto sociale dove la vita non sia più, come in questo momento, un inferno impostoci dal potere politico, giuridico e sociale dello sfruttamento padronale.

Compagni lavoratori, possiamo sconfiggere il nemico di classe, possiamo vincere la nostra Rivoluzione sociale, possiamo costruirci il mondo nuovo da millenni auspicato, possiamo formare l’uomo nuovo dell’uguaglianza, della fratellanza e dell’altruismo collettivo a condizione che riusciamo a liberarci dalle incrostazioni dell’egoismo e dell’opportunismo che ci hanno appiccicato addosso millenni di schiavitù padronale e religiosa. Possiamo riprendere il cammino delle Rivoluzioni proletarie socialiste nell’epoca dell’imperialismo interrotto con la morte del compagno Stalin, possiamo rivivere il trionfo dell’alba del 7 novembre 1917 e riprendere a costruire la società socialista in tutti paesi della Terra. Che il quarto congresso nazionale del P.C.I.M-L. avvii il cammino della civiltà comunista nella patria di Spartaco e della guerra civile partigiana del 1943-1945. I coerenti comunisti partecipino attivamente a questo processo storico di lotta e di avanzamento della civiltà umana nel nostro paese.

Domenica prossima 5 marzo 2017 ricordiamo assieme il 64° anniversario della morte del compagno Stalin, rendiamo omaggio al suo pensiero, alla sua opera rivoluzionaria, alla sua resistenza nella lotta contro lo zarismo, alla sua dedizione alla costruzione e alla guida del ferreo Partito Comunista Bolscevico, fatto di quadri rivoluzionari, al suo prezioso impegno per il trionfo della Rivoluzione d’Ottobre, per la vittoria conseguita dall’Armata Rossa degli Operai e dei Contadini nella guerra civile contro i nemici interni ed esterni alla Russia della Rivoluzione e del Socialismo nel triennio 1918-1920, per la fondazione della gloriosa Armata Rossa, della Terza Internazionale Comunista e dell’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche, al suo impareggiabile lavoro per la collettivizzazione dell’economia e per la costruzione del socialismo nell’Unione Sovietica, alla sua mirabile guida dell’Armata Rossa per la vittoria conseguita contro il fascismo e il nazismo in Europa e per la sua accanita lotta alle deviazioni revisioniste e opportuniste nel Partito e nello Stato proletario.

Stalin, unitamente al pensiero e l’opera di Marx, Engels e Lenin, col suo pensiero, con la sua opera politica e rivoluzionaria e con la sua arte di costruzione del socialismo, anche in solo paese accerchiato dall’imperialismo, rimane la nostra grande e infallibile guida nella battaglia rivoluzionaria per la costruzione del socialismo in Italia: “Baffone” rimane il nemico implacabile e il terrore degli infami sfruttatori capitalisti e imperialisti e l’amico fedele e fraterno dei popoli in lotta per la conquista del Socialismo. Viva Stalin!

Forio (Napoli), 1° marzo 2017.

* Segretario generale e Consigliere comunale di Forio del P.C.I.M-L.

domenicosavio@pciml.org

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