novi ligure, giovedì 10 marzo: al dlf si parla di terzo valico

Giovedì dieci marzo, a partire dalle ore 21:15, si tiene a Novi Ligure – presso il salone del Dopo Lavoro Ferroviario (Dlf), sito sulla piazza antistante la stazione, dedicata a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino – un’assemblea dal titolo: “Il Terzo Valico passa in città. Novesi, lo sapevate?”.

Relatori della serata – che si svolge in una sala gremita ai limiti della capienza – sono, in ordine di apparizione: l’ingegnere Andrea Pernigotti, il geologo Davide Fossati, l’architetto Anna Massone, e l’ingegnere – docente universitario – Luigi Gambarotta.

Come spiega il primo degli interventi, la serata è stata organizzata a seguito della variante al progetto del Terzo Valico ferroviario dei Giovi che prevede l’eliminazione della derivazione – il così detto ‘shunt’ – che, qualora fosse stata attuata, avrebbe permesso l’allacciamento della linea ad alta capacità a quella storica per Torino, evitando l’attraversamento dell’abitato.

Lo stralcio di questo tratto ferrato ha, come conseguenza, l’aumento del numero di passaggio di treni nell’abitato cittadino: un incremento di settanta convogli, che porta il totale a duecentotre.

Si tratta in pratica dello stesso volume di traffico che c’era venti anni fa, a fronte di una capacità teorica di trecentosessanta convogli, e questo dimostra l’inutilità di un’opera faraonica come quella di cui si discute; essa, anzi, non solo non porta benefici, ma crea disagi notevoli ai cittadini.

L’apertura dei nuovi cantieri porterà alla chiusura temporanea della tratta Novi Ligure-Tortona per almeno due anni – ma non esiste alcuna certezza che venga effettivamente riattivata – per non parlare del cambiamento, del paesaggio cittadino, dovuto alla forzata installazione di barriere antirumore alte da 5,5 a otto metri sul livello dell’orizzonte originale.

Prima di ascoltare la seconda relazione, viene proiettato un video nel quale appare un’intervista al cittadino fiorentino Rocco Alvino che si è visto rovinare l’abitazione – sui cui muri maestri si sono aperte grosse crepe – dai lavori per la realizzazione dell’attraversamento sotterraneo della città da parte della linea ad alta velocità/alta capacità.

A seguire prende la parola il geologo Fossati, che entra nel dettaglio dei problemi che la costruzione della nuova strada ferrata porrebbe al bacino idrogeologico del territorio: in particolare si focalizza sulle questioni legate alle intercettazione delle acque di falda che finirebbero nel rio Gazzo, creando dei problemi enormi in caso di forti precipitazioni atmosferiche.

Si continua, poi – dopo un tentativo abortito di trasmettere un altro video – con il microfono che passa nelle mani dell’architetto Massone: costei spiega che l’opera porrà un cambiamento irreversibile in quello che è l’orizzonte visivo cittadino, a fronte di un vantaggio, in termini di inquinamento, pressoché inapprezzabile.

Per concludere, interviene l’ingegner Gambarotta; questi precisa che al momento ci sono già quattro valichi tra la Liguria ed il Piemonte: ne consegue che, prima di pensare a buttare 6,3 miliardi di Euro, occorrerebbe mettere nelle condizioni di saturazione quelli esistenti.

A questo proposito ricorda che, quando fu presentato il progetto del Terzo Valico ferroviario dei Giovi, esso avrebbe dovuto servire il porto di Genova, per il quale si stimava un incremento dei traffici che si è invece dimostrato assai minore, fermandosi al solo venti per cento delle previsioni.

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