amianto nelle rocce del terzo valico dei giovi? ma va, che strano!

E’ sempre brutto dire: avevo ragione; leggendo, però, la notizia che Il Lavoro/pagine genovesi di Repubblica fornisce – a pagina quattro dell’edizione di sabato primo agosto, a firma Stefano Origone – il primo pensiero non può che essere quello.

Secondo quanto scrive il quotidiano estremista renziano – non certo, quindi, un covo di ‘pericolosi bolscevichi’, ma piuttosto di veri ultrà delle ferrovie ad alta velocità/alta capacità – gli operai che lavorano alla ‘finestra Polcevera’ del Terzo Valico ferroviario dei Giovi avrebbero trovato amianto nelle rocce; la logica conseguenza è stata che la Azienda Sanitaria Locale ha bloccato immediatamente il cantiere per metterlo in sicurezza.

Chi scrive – che segue la vicenda da molti anni, ormai – si sarebbe stupito che, nelle rocce in questione, non si fosse trovato alcunché: geologi indipendenti hanno segnalato da lungo tempo che nella zona interessata dagli scavi si sarebbe potuto trovare materiale amiantifero in proporzioni che sarebbero potute arrivare anche al cinquanta per cento.

Ora è proprio il Consorzio Collegamenti Integrati Veloci (Cociv), a segnalare la presenza di materiale mortifero nelle terre di smarino; ci si deve chiedere se finalmente cambierà qualcosa: a sentire il sindaco di Campomorone – il paese nel cui territorio insiste il detto cantiere di Cravasco – Paola Guidi, non ci sarebbero pericoli perché “nell’aria non sono state riscontrate fibre”.

E’ chiaro, però, che la movimentazione del terreno rischia di immettere quantità rilevanti di asbesto nell’aria, con conseguenze ben immaginabili per la popolazione; per difendere la salute pubblica occorre una cosa soltanto: farla finita con questa folle opera inutile e devastante.

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