chi tace acconsente

Leggendo pagina undici della Repubblica di sabato undici luglio non si può che rimanere sorpresi; il pezzo di Gabriella De Matteis è intitolato: “Bari, B. (il cognome è citato per intero ma qui sopra non comparirà mai, n.d.r.) al processo escort fa scena muta”.

Ma come: l’essere immondo che ha costruito le sue fortune – e le disgrazie per l’Italia e gli italiani – sulla falsificazione di qualunque avvenimento, a causa delle sue indubbie capacità affabulatorie, non si difende?

Per anni è riuscito a passare indenne sotto le forche caudine della Magistratura borghese grazie alla sua abilità nel manipolare la realtà – anche grazie al martellamento mediatico, attuato dai suoi zerbini sedicenti giornalisti, dell’opinione pubblica – ed ora tace di fronte alle accuse?

Forse pensa che il non proferire verbo possa fargli guadagnare le simpatie della gente; ma nessuno è sceso in piazza per difenderlo quando, nelle scorse settimane, ha preso tre anni di galera per la vicenda dell’acquisto dei senatori per destituire il Mortadella dalla presidenza del Consglio dei ministri, e tanto meno lo farà adesso: se ne faccia una ragione.

Avvalersi della facoltà di non rispondere equivale – se non per il codice di procedura penale, certamente nella testa delle persone – ad una ammissione di colpevolezza; ora la parte sana del Paese attende la condanna del Criminale Lombardo: e soprattutto una sua lunga permanenza in qualche istituto di pena a spese dello Stato.

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