mai chiedere all’oste se il suo vino è buono

L’edizione telematica di mercoledì diciannove giugno della cloaca massima dello pseudo giornalismo italiano d’accatto, il Giornale, contiene un articolo – firmato dalla nota agit/prop Francesca Galici – riguardante l’inchiesta del sito internet “Fanpage” su Gioventù Nazionale ed il dibattito scaturitone a Palazzo Monte Citorio su richiesta di alcuni esponenti delle minoranze.

La discussione avviene davanti a quello che crediamo essere uno dei personaggi meno adatti a rispondere ai rilievi di chi ritiene, con più di qualche ragione, disgustoso che i rampolli meloniani possano impunemente lasciarsi andare a comportamenti che dovrebbero essere motivo di condanna al carcere duro: Luca Ciriani.

Costui è un noto esponente della cricca fascista sin dai tempi del Movimento Sociale Italiano, ed è ovvio che le sue repliche non possano che sostanziarsi nella forma in cui abbiamo avuto modo di leggere; è come chiedere all’oste se il vino che viene servito nel suo locale è buono o no: dubitiamo fortemente che ci sia qualcuno che lo denigrerebbe.

Non è un caso che il Ministro per i Rapporti con il Parlamento si lancia in una difesa a spada tratta della giovane marmaglia revanscista, sostenendo a più riprese, quando si degna di entrare nel merito delle contestazioni e non mena il can per l’aia ritenendo che si sia trattato di una violazione della privacy ai danni anche di soggetti minorenni, cose false.

Il politicante nativo di Pordenone mente spudoratamente quando afferma che «il movimento Gioventù nazionale non si è mai segnalato per attacchi ai collettivi di sinistra, né ha mai pubblicamente esibito striscioni con slogan estremisti o riferimenti a fascismo e nazismo. Men che meno ha mai palesato atteggiamenti di ostacolo a giornalisti».

Forse si è già scordato dell’aggressione squadrista agli organizzatori di un volantinaggio al liceo Michelangiolo di Firenze, avvenuto nel febbraio 2023: se così fosse, però, non gli farebbe certo onore; così come il trattamento riservato ad alcuni giornalisti, colpevoli soltanto di scrivere per testate a loro non gradite (gli inviati dell’emittente televisiva “La7” in particolare), che non è certo indice di disponibilità al dialogo.

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Contro ogni revisionismo. Per il marxismo-leninismo-maoismo, principalmente maoismo. Per un giornalismo proletario. Viva Marx! Viva Lenin! Viva Mao Tsetung!
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