L’edizione telematica di martedì sei dicembre della cloaca massima dello pseudo giornalismo italiano d’accatto – il Giornale – contiene un articolo, firmato da tale Giuseppe De Lorenzo, sulla manifestazione tenutasi a Roma la domenica precedente.
Il pennivendolo perugino si sofferma in particolare su un aspetto della dimostrazione venuto a galla a seguito del servizio proposto dalla indecente trasmissione televisiva, condotta da Nicola Porro e intoitolata “Quarta Repubblica”, in onda su Rete Quattro.
In particolare egli – o forse il titolista, sempre che tale figura esista ancora – trova scioccante una frase che un intervistato dall’inviato dei servi del Delinquente di Arcore ha proferito riferendosi al Ministro della Difesa pro tempore, il cuneese Guido Crosetto.
«Quanto pensano – gli attuali govenanti – che i lavoratori possano accettare salari che calano da 30 anni, contratti che non vengono rinnovati, attacco al reddito di cittadinanza, disoccupazione e aumento delle bollette? La violenza sta lì. Se poi la violenza colpirà Crosetto… non mi strapperò i capelli».
L’imbrattacarte risponde indignato: «Capito? Che la “violenza” colpisca un ministro di un governo legittimamente votato dal popolo non dovrebbe farci “strappare i capelli”»: lo capisce anche un bambino che colui che ha utilizzato le parole sopra riportate parlava a titolo personale, ma tant’è.
Il mancato militare – peccato che abbia scelto di fare il dis-informatore di professione, sarebbe stato certamente più utile come “carne da cannone” – rilancia poi le parole del politicante piemontese che ha la faccia tosta di asserire che per lui è stato uno sforzo diventare ministro della Repubblica.
Ecco le sue parole, riportate dallo scribacchino: «fino a 50 giorni fa facevo un’altra vita piena di soddisfazioni Ho accettato l’offerta di mettermi al servizio del Paese, sacrificando qualità della vita, famiglia e soddisfazione economica perché servire il Paese è un onore».
A seguire continua, senza vergogna: «E il risultato è che un pacifista afferma che la violenza contro di me è accettabile? E questi sono quelli che manifestano per la pace? Io sono disgustato come cittadino, preoccupato come persona. Ma mi dà la forza per combattere sempre di più».
A provare angoscia ed insofferenza, al solo pensiero che un personaggio come il tizio in questione possa essere titolre di un dicastero fondamentale, dovrebbero essere tutti gli italiani: soprattutto in considerazione dei suoi legami con la Federazione aziende italiane per l’aerospazio, la difesa e la sicurezza (AIAD) di Confindustria.