L’edizione di giovedì primo dicembre del quotidiano fascista Secolo d’Italia riporta i contenuti di un colloquio tra la scribacchina Mia Fenice e l’avvocato Luciano Violante, ex presidente della Camera dei Deputati ed ex dirigente del partito revisionista, il cui unico lato apprezzabile esula totalmente dalle vicende politiche.
Non è la prima volta che ci occupiamo, contestandone i concetti espressi, di questo assai poco “signore”, che da tempo è dedito allo sproloquio su qualunque argomento intervenga: almeno dai giorni in cui invitava gli italiani a cercare di «comprendere le – oggettivamente del tutto inesistenti – ragioni del ragazzi di Salò».
Questa volta il personaggio in questione fa un ulteriore salto di qualità rispetto a quanto fin qui dichiarato; invitiamo a leggere – aprendo il link sopra segnalato – le sue parole: è del tutto evidente che il suo è il proseguimento dello sdoganamento della destra fascista, assurdamente omaggiata di essere diventata semplicemente “conservatrice”.
Sembra che molti esponenti di spicco del Partito Democratico stiano facendo di tutto per mostrarsi accondiscendenti rispetto alla compagine governativa, tanto da considerarla assolutamente interna alla dialettica democratica; un errore che rischia di essere pagato dagli italiani a carissimo prezzo: il voler sabotare la nascita di qualcosa d’altro rispetto all’esistente non giustifica un simile atteggiamento.