La sede del circolo di Giustizia e Libertà intitolato a Guido Calogero e Aldo Capitini – sito in vico Sant’Antonio 5/3 scala sinistra, a due passi dalla stazione ferroviaria di Piazza Principe – è il teatro in cui si svolge, alla presenza di qualche decina di persone, per lo più di area socialista, un seminario dal titolo: “In nome della Costituzione, dialogo Gramsci-Matteotti. Manifesto per un nuovo ordine economico e sociale”.
I lavori si aprono alle ore 10:45 con la presentazione della giornata, effettuata da Luigi Fasce, il presidente della struttura ospitante: egli tratteggia il previsto andamento dell’incontro, per poi passare la parola al professor Felice Besostri – uno dei due ideatori della giornata, l’altro è l’ex “manifestino” savonese Franco Astengo – che si incarica di leggere la relazione introduttiva.
Essa consta dell’analisi della storia politica italiana a partire dagli anni novanta, con lo sviluppo del cancro leghista e la contemporanea scomparsa della “sinistra riformista”, cominciata con la sparizione del PSI nel 1992, e con la trasformazione del partito revisionista in PDS, e successivamente DS, prima di abbandonare ogni riferimento alla “sinistra” con la nascita del PD.
Da qui nasce l’esigenza da cui ha origine l’obiettivo della giornata odierna: iniziare un percorso che porti alla ricostruzione di un’area di cui faccia parte una formazione unitaria che tenga insieme ciò che resta dei mondi socialista e comunista, oggi frammentatissimi al loro interno.
A seguire ha luogo la discussione che si apre con la lettura di uno degli interventi scritti pervenuti: quello dell’ex parlamentare rifondarolo Alfonso Gianni, a cui si affiancano quelli dello scrittore e giornalista Fulvio Papi e di Luigi Bettolli, presidente delle cooperative sociali della Lega delle Cooperative.
Sono molti coloro che prendono la parola successivamente: tra questi spicca il discorso di Roberto Pisani – socialista riformista del Nuovo PSI, autosospesosi dagli incarichi per gravi divergenze politiche con il segretario nazionale Stefano Caldoro, e con il coordinatore di Forza Italia (partito al quale il garofano rosso è da anni federato) Antonio Tajani – che riporta il dibattito alla scottante attualità.
Accanto a questo, vanno ricordati: quello di Giovanni Alpa, rappresentante di Risorgimento Socialista-Lega dei Socialisti, e quello di Sergio Dalmasso, di Rifondazione, che polemizza sulla presenza di Matteotti, quando a suo avviso vi erano molti altri tra i quali poter optare; a costui verrà risposto che la figura è stata scelta per la sua capacità di comprensione, in anticipo rispetto ad altri, del fenomeno fascista.