L’edizione telematica del fogliaccio Cronaca Qui/Torino – fondato dal consigliere regionale fascista, al momento nel partito forzitaliota, Gian Luca Vignale – di mercoledì ventiquattro agosto riporta, a firma di tale Francesca Lai, un articolo dal titolo: “(IN)SICUREZZA. Il condominio si paga la videosorveglianza per fermare i nomadi”.
Pur non avendo una lunghezza insostenibile, il pezzo in questione è un concentrato di tutte le banalità discriminatorie che è possibile infilare in uno scritto di poche righe: ma il peggio, ovviamente, è dato non tanto dal razzismo che traspare da tutti i pori, ma dall’atteggiamento verso il Comune.
Che la destra radicale e fascista, a Torino e non solo, si trovi in gravissima difficoltà rispetto ad una emorragia di voti che non accenna ad arrestarsi, non ci sono dubbi: questo, però, non può e non deve autorizzare le ‘testate giornalistiche’ – se così si possono definire – ad essa vicine a fare dis-informazione di stampo terroristico.
Sì, perché gli abitanti del condominio di cui nel titolo – ottantasei famiglie residenti in via Fratelli Garrone 79/d a Mirafiori sud – si lamentano perché le telecamere da loro installate a febbraio scorso non funzionano ancora per via dei permessi negati: forse sarebbe stato più semplice chiederli prima, senza mettere il Comune davanti ad un fatto compiuto.
Ma, a parte questo, è da registrare il tono totalmente allarmistico dell’articolo: a leggere la ‘signorina’ Lai – che intervista tre persone (su ottantasei famiglie!) – ci sarebbero problemi di furti continui, anche ai danni dei magazzini del vicino market “perché durante la notte entravano per rubare materiale elettronico, come televisori ed elettrodomestici”.
Forse non ho capito bene; secondo quanto raccontato alla scribacchina, questi signori avrebbero pagato di tasca loro una serratura nuova per il magazzino del market: mi chiedo chi glielo abbia fatto fare, visto che semmai sarebbe toccato al padrone dello stesso locale mettersi nelle condizioni di non farsi portare via la merce in giacenza.